Intervista al nuovo Segretario di Circolo, Riccardo Rivani

Abbiamo pensato di porre qualche domanda a Riccardo Rivani, il nuovo Segretario del Circolo di Minerbio e Ca’ de’ Fabbri, in modo da dargli la possibilità di presentarsi alla cittadinanza, per quanto possano permettere poche righe. Ma siamo certi che molti di voi già lo conoscano e l’abbiano visto numerose volte in paese!


Caro Riccardo, sei stato rieletto segretario del Partito Democratico di Minerbio dopo 13 anni dalla prima volta. Com’è andata?

È stato emozionante rientrare nel clima del Partito, qui a Minerbio siamo una famiglia e l’ambiente mi è mancato molto. La partecipazione non è facile con queste restrizioni e dobbiamo trovare la forza di individuare nuovi modi di garantire l’accesso a tutti i nostri iscritti e ai nostri simpatizzanti.

Il circolo di Minerbio è forte di tanti iscritti, superiore anche a comuni vicini molto più grandi: sapresti dire le ragioni?

Credo che l’unico motivo sia che Marino e la sua squadra sono forti di una passione coinvolgente a cui è difficile dire di no. Dobbiamo fare un grande ringraziamento per aver tenuto assieme i nostri iscritti in questi anni bui, sia dal punto di vista sociale che politico.

Diventi segretario a un anno dalle elezioni politiche, come imposterai il lavoro nei prossimi mesi?

Credo che la situazione vada letta e spiegata a tutti. Il nostro partito è stato responsabile per molti anni e questo lo ha portato a perdere lo smalto del 2008. La comunicazione, in questo momento storico, è un’arma molto potente ma senza una linea comune e privati della nostra identità è molto spuntata. Dobbiamo spiegare ai nostri concittadini chi siamo e cosa vogliamo e dobbiamo riuscire a sovrastare il caos mediatico del livello nazionale. In che modo? Iniziative, presenza sul territorio, comunicazione diretta con le persone. Pensiamo in grande e vogliamo vedere dei risultati.

Alla luce di come è andata al Quirinale, come vedi la situazione del nostro sistema istituzionale?

La corsa al Quirinale è stata un riassunto del decadimento della classe politica italiana: frettolosa, incompetente, decisa a dare un’interpretazione faziosa della storia e incapace di progettare il lungo periodo. Per la seconda volta decidono di non decidere e rimandare l’elezione al parlamento successivo, come se tra un anno non si troveranno a dover ripercorrere lo stesso balletto. In questa fase in cui molti chiedono una repubblica presidenziale la riflessione può essere opportuna, personalmente non mi trova d’accordo. Un cambiamento istituzionale di questo tipo deve essere preceduto, e non seguito, da un cambiamento di mentalità. Un presidente populista non fa gli interessi del popolo ma i propri e, onestamente, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un Putin, un Trump o un Macron alla guida del paese.


Avete domande, suggerimenti, o volete semplicemente scrivere a Riccardo ed a tutto il Circolo? Inviateci un messaggio dalla pagina dei contatti, siamo interessati a leggere le vostre idee!